“Non è la persona del Santo in sé che mi permetto di raccomandare agli scouts, quanto i principi e le qualità che egli impersona e rappresenta. Da quel punto di vista ragazzi di fedi diverse dalla cristiana possono accettare questo prode cavaliere come una figura simbolica. Anzi in qualche caso essi hanno nella loro mitologia personaggi egualmente eroici che impersonano i medesimi ideali.
Ad esempio, ho visto l’anno scorso in un tempio indù una figura scolpita quasi identica a quella abitualmente raffigurata da S.Giorgio: la statua di un cavaliere che, lancia in resta, affronta sul suo cavallo un mostro spaventoso. I mussulmani hanno molti prodi cavalieri nella loro storia, e cosi i giapponesi.
Ciò che conta è l’ispirazione che tale figura può dare, non la sua particolare nazionalità o appartenenza religiosa. Per i ragazzi – ed anche per gli adulti – il Santo lancia a ciascuno il suo grido di battaglia, per incitarlo per prepararsi nella sua armatura di Capacità, ad impugnare l’arma ma del Carattere, e servendosi di tutte le risorse a sua disposizione ad attaccare vigorosamente il Drago della Tentazione, o del Male, o della Difficoltà che gli si para di fronte, con cuore saldo e gioiosa fiducia.
Se l’atto ha lo scopo di aiutare gli altri, com’è simboleggiato dalla principessa nella storia di S. Giorgio, allora ciascuno compie l’azione più nobile che vi sia, impiegando il suo coraggio e capacità non ad un fine egoista, ma nel sacrificio di sé al servizio del suo prossimo.
Perciò S. Giorgio, come “totem” dello scautismo, simboleggia i quattro punti cui miriamo:
– carattere, con gli attributi del coraggio, dell’abnegazione e della decisione;
– salute e forza fisica, e impegno;
– abilità manuale nell’uso delle proprie risorse;
– servizio del prossimo.”
(Baden-Powell, in “Jamboree”, aprile 1922)