Il 23 aprile la Chiesa festeggia san Giorgio.
Nello stesso giorno, gli esploratori e le guide rinnovano solennemente la Promessa scout, secondo l’invito di Baden-Powell, il fondatore dello scautismo, che suggerisce di “rammentarla”, e consiglia ai capi educatori di tornare alle fonti, cioè di rileggere il libro Scautismo per Ragazzi, soprattutto nelle pagine dedicate alla Legge scout, per riscoprirne lo spirito.
Baden-Powell (…) richiamando la figura del santo cavaliere, invita ripetutamente gli scout a rifarsi alle virtù eroiche di tale modello che può ispirare il loro itinerario di formazione educativa.
Perché san Giorgio è un modello, anzi il patrono degli scout? E poi, il suo esempio è ancor oggi valido e attuale?
San Giorgio, un santo tra i più venerati, incarna gli ideali del cavaliere medioevale: difensore di miseri ed indifesi, viene eletto patrono della cavalleria crociata.
Della sua vita, famoso è l’episodio in cui libera la Principessa dal dragone. Soprattutto nel Medioevo la sua lotta contro il drago diventa il prototipo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vede incarnati i suoi ideali. Frequentemente, nell’iconografia san Giorgio è raffigurato come il cavaliere che in modo avventuroso ed eroico, uccide il drago dagli occhi di fuoco, stando a cavallo con una lancia fiammeggiante ed uno scudo finemente cesellato. San Giorgio è esempio di cavaliere ardente, entusiasta, fedele, forte, vittorioso.
Baden-Powell (…) lo propone come il modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni scout o guida, anche di fedi diverse dalla cristiana. In particolare, intende incitare ogni scout e guida ad impegnarsi, con cuore saldo e gioiosa fiducia, come ha fatto san Giorgio, ad aiutare gli altri, a mettersi a loro disposizione, a servizio dei poveri e degli indifesi. Ecco allora perché san Giorgio é un modello per ogni scout e guida, che nella Promessa si impegnano a vivere la propria vita a servizio di Dio e dei fratelli, attraverso buone azioni ed il servizio ad aiutare quanti sono in difficoltà.
In fondo la stessa Legge scout, come rivisitazione degli ideali cavallereschi, trova in San Giorgio il suo modello di “fattibilità”. Guardando a questa figura simbolica, un esploratore e una guida sanno di poter vivere anche loro la grande avventura di figli di Dio, fedeli e pronti nel compiere il bene anche superando prove difficili.
Ogni scout e guida dovrebbero conoscere la storia del loro patrono. Famoso è l’episodio in cui san Giorgio affronta con tutta la forza, anche se non armato adeguatamente, lo scontro con il drago che affronta con una semplice lancia e tanto coraggio, abnegazione e determinazione. E Dio, nel quale san Giorgio ripone la sua grande fiducia, gli dona la forza per vincere.
Ma oggigiorno non vi sono draghi da uccidere o vergini da strappare alla morte. Ed allora quale il senso simbolico della lotta di questo cavaliere cristiano?
La sua vittoria sul drago simboleggia la lotta contro il male, il Drago della Tentazione, delle difficoltà, delle avversità, che ogni uomo incontra nella propria vita. E la lotta per il bene contro il male, che ogni uomo deve sostenere e saper fronteggiare, se vuole seguire con fedeltà Gesù Cristo.
San Giorgio è fedele perché comprende che la vita è bella e gioiosa quando la si dona. Dà la sua vita per essere fedele alla promessa. Eppure oggi essere fedeli è difficile… A causa della fede viene perseguitato e torturato; si rifiuta di abiurare e così affronta la decollazione, pronto ad accogliere la volontà di Dio. Con il martirio san Giorgio offre un esempio di fortezza nella fede in Cristo, in tutte le circostanze della vita.
Conoscere la vita di chi santo è già stato solennemente dichiarato dalla Chiesa ci permette di constatare che l’eroismo cristiano ha volti infiniti: uno, a suo modo, può essere il nostro. Si tratta, allora, di non considerare san Giorgio come un santo da piedistallo, confinato in una nicchia, da incensare. (…)
La santità non è una prerogativa di pochi eroi, dotati di grazie straordinarie o il risultato di un processo selettivo che scarta alcuni e privilegia altri. Tutti sono chiamati alla santità perché questa consiste nell’appartenenza totale al Padre, ciascuno secondo il proprio stato di vita, nella piena comunione con Dio, trasformati, accesi, interiormente e intimamente illuminati. Santo è colui che risponde alla chiamata. (…) Non siamo chiamati a una vita mediocre sul piano spirituale, ma alla piena comunione con Dio, dunque, al vertice delle possibilità dell’essere. È questa la meta vera per cui vale la pena vivere. L’esistenza è anche questa competizione, conflitto, lotta con il male. (…)
Soprattutto in occasione di questo Anno Santo che ci invita al cambiamento, guardando all’esempio di San Giorgio, come guide e scout, vogliamo essere pronti ad essere fedeli alla Promessa, con la disponibilità a vivere da cristiani ogni giorno per far sperimentare nel mondo una vera fraternità; vogliamo essere pronti a scoprire intorno a noi le occasioni per essere di aiuto agli altri offrendo loro la nostra generosità e la nostra competenza; vogliamo essere pronti a eliminare le radici del male nel nostro cuore e nel mondo; vogliamo impegnarci a fare della nostra vita qualcosa di bello e di santo.
Paola Dal Toso
– Responsabile del Centro Documentazione Agesci –Prefazione a
“San Giorgio, un santo per gli scouts”,
Agesci, Agosto 2000