Partiamo Venerdì 23 novembre alla volta di lago Paduli per iniziare un’uscita che avrà come obiettivo principale partecipare con il nostro servizio all’uscita di Branco/Cerchio a Cecciola.
Ci fermiamo con le macchine nei pressi della diga del lago; sono già le 22:30, siamo in sei con zaini in spalla (Patro, Crema, Sag, Culzo, Pavva e Patton). Ci aspetta un’oretta e mezza di un sentiero che solo in un tratto ci farà veramente sudare. L’aria è frizzantina, ma il Patton ci fa subito capire che l’inverno può attendere… lui è in maniche corte. Prendiamo fin da subito il sentiero C.A.I. n° 659 che ci condurrà alla meta di questa notte: il Rif. Città di Sarzana (1580 m.). Camminiamo nel sottobosco di faggi spogli con la luce della luna che ci permette di non utilizzare alcun ausilio luminigeno… Culzo naturalmente accende la sua torcia; del resto ci farà da guida sino al rifugio mettendosi a capo della fila.
La prima salitina ci costringe a smorzare le chiacchiere ed il gruppo si fa silenzioso. Il ritmo di Culzo è costante e vigoroso e l’unico modo per farlo desistere sono le imprecazioni della Sag.
Non abbiamo da rispettare tempi o modi e ci prendiamo il lusso di interrompere a tratti la camminata per ascoltare le parole di un grande della montagna: Walter Bonatti. Nonostante il piccolo sforzo, camminare di notte per sentieri ci fa sentire “leggeri”, forse perché estremamente liberi, da qualsiasi circostanza che ci siamo lasciati alle spalle.
Dopo averci fatto credere di avere percorso il sentiero sbagliato (e via le imprecazioni di Crema), Culzo ci conduce infine al Sarzana; è tardi e fa freddo, senza tante balle ci infiliamo subito nel rifugio invernale (provvisto di ogni genere di comodità). A proposito di balle Patton ci offre del salame chiamato “le palle del nonno”, cosa questa che impressionerà molto Patro nei giorni successivi. Altra pietanza che ci allieterà la nottata è il farro (sempre del Patton); lo assaggiamo, constatiamo che è talmente buono che lo lasceremo mangiare al Patton. Appena infilati nel sacco a pelo ci appare una visione celestiale: Maria Maddalena
Passata indenne la nottata iniziamo la giornata successiva con una colazione abbondante e calda; decidiamo subito di raggiungere la Sella di monte Acuto a 1722 m., ci vorranno venti minuti senza zaini. Siamo completamente avvolti dalle nubi, soprattutto sulla sella, in condizioni migliori avremmo potuto scrutare il mar Ligure.
Torniamo al lago giusto in tempo per prepararci un pranzetto a base di buste di riso e Wurstel, già che ci siamo accendiamo anche un fuoco per scaldarci.
Dopo il lauto pasto ci prepariamo a raggiungere Gatti e la Ceci a Cecciola (in realtà arriveremo prima noi di loro) che nel frattempo si sarebbero sparati due ore in pullman con quei simpatici amici dei Lupetti e Coccinelle.
Partiamo dal Sarzana sapendo che ci attendono due ore e mezza di cammino facile facile; ci rendiamo subito conto che se per raggiungere il rifugio fossimo partiti da Succiso, sarebbe stata molto più dura la nottata precedente. Il primo tratto di sentiero è ripido e ricoperto di foglie umide, la Sag ci mostrerà come si cade dieci volte in un metro.
Arriviamo a Cecciola alle 17.30, tra una crepe e l’altra attendiamo l’arrivo degli L/C e dei due eroi mancanti; tutto quello che sarebbe accaduto più tardi è un’altra storia.
Ecco una mappa del sentiero fatto il venerdì: